c/o Cooperativa Labriola
Via Enrico Falck, 51, Milano - MM S. Leonardo
La Grande Aurora
Giovedì 11 febbraio alle 20,30
Velikoe zarevo, sulla rivoluzione del febbraio 1917, fu il primo di una serie di film di Čiaureli incentrati sulla figura di Stalin (sempre impersonato dall'attore georgiano Michail G. Gelovani), che riscrivevano i diversi avvenimenti storici allo scopo di esaltarne il ruolo, presentato come deus ex machina di tutta l'azione.
Čiaureli, Michail Edišerovič - Regista e attore georgiano, nato a Tbilisi il 6 febbraio 1894 e morto ivi il 31 ottobre 1974. Dopo aver partecipato in gioventù al momento di fervore creativo che accompagnò la nascita del cinema georgiano, dalla fine degli anni Trenta divenne il cantore ufficiale di Stalin e uno dei maggiori rappresentanti del realismo socialista. Dal 1950 al 1960 insegnò al VGIK di Mosca e alla scuola di recitazione degli studi cinematografici di Tbilisi.
Il Sasso in Bocca
Giuseppe Ferrara, 1969
Giovedì 25 febbraio alle 20,30
Si tratta di un film di denuncia sulla mafia siciliana, girato sullo stile docu-film, riprendendo anche la tesi sulla collaborazione tra mafia siciliana e mafia americana, intrecci politici e la morte di Enrico Mattei. Il film prende il nome dalla vecchia usanza mafiosa di porre un sasso nella bocca degli uomini da loro assassinati poiché sospettati di aver “aperto bocca” con le autorità preposte all’ordine pubblico, come ammonimento omertoso agli abitanti del luogo.
Quando Volano le Cicogne
Letyat Zhuravli - di Michail Kalatozov, 1957
Giovedì 17 marzo alle 20,30
Veronika e Boris sono due giovani moscoviti che si innamorano l'uno dell'altro appena prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Boris deve partire per il fronte e Veronika, rimasta sola, per far fronte alle difficoltà economiche della sua famiglia, accetta di sposare il ricco cugino, pur non amandolo. Alla fine della guerra, lei attenderà il ritorno di Boris dal fronte, nella speranza vana di poterlo riabbracciare.
Actas de Marusia: storia di un massacro
Actas de Marusia - di Miguel Littin, 1976
Giovedì 31 marzo alle 20,30
Un gruppo di minatori in sciopero subisce la dura e violenta repressione delle forze militari, siamo all'inizio del secolo. Ottimo esempio di cinema militante tipicamente anni Settanta (non per niente si erano mossi due rappresentanti dell'Internazionale del cinema come Gian Maria Volonté e Mikis Theodorakis), realizzato da un regista che, per il coinvolgimento con la presidenza di Allende (era presidente dell'ente cinematografico nazionale), aveva dovuto lasciare il Cile dopo il golpe di Pinochet. Il film racconta un tragico episodio che si risolve in una vera e propria strage - i morti non si riesce neppure a contarli - tra i minatori di una miniera di salnitro nel nord del paese, a saldatura degli interessi delle compagnie minerarie straniere e di un governo che non tollera il dissenso, la protesta né, tanto meno, la rivolta sociale. Littin racconta questa storia in toni da ballata popolare, con un respiro a momenti epico, ispirandosi figurativamente al cinema rivoluzionario di Ejzenstejn (la marcia dei soldati nel finale), alle circonvoluzioni militanti di Jancsó e alla pittura di Diego Rivera. Un episodio, dunque, mai narrato al cinema né sui libri di storia, ma descritto dal regista cileno secondo schemi ormai consolidati.
Campo Thiaroye
Camp de Thiaroye - di Ousmane Sembène e Thierno Faty Sow, 1988
Giovedì 14 aprile alle 19,30
Nel 1944 vengono raggruppate in Senegal le truppe francesi di colore che hanno combattuto in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Ai soldati è stata promessa un'indennità di smobilitazione, ma gli ufficiali incaricati di liquidarli sembrano temporeggiare. La tensione sale e durante il giorno vengono ripetuti gli inviti alla calma. Durante la notte i neri vengono massacrati dalle truppe francesi. Sembene Ousmane, uno dei rappresentanti storici del cinema africano, attivo fin dal 1963, realizza un'amara denuncia nei confronti del razzismo colonialista e vince con questo film il premio speciale della giuria al Festival di Venezia del 1988.
Arcobaleno
Raduga - di Mark Donskoj, 1944
Giovedì 28 aprile alle 20,30
Mentre i nazisti avanzano verso Mosca, una donna vive numerose tragedie: il marito muore in battaglia, il figlio è investito da un carro nemico e il suo villaggio viene occupato. Non si arrenderà e guiderà un gruppo di sopravvissuti alla resistenza.
Donskoj, noto per la _Trilogia di Gorkij_, dà il suo contributo allo sforzo bellico con un film scritto da Wanda Wasilewska e basato sul suo stesso libro _Tecza_. Realizzato durante la Seconda guerra mondiale, _Arcobaleno_ venne distribuito dopo il 1945 anche negli Usa in una versione con una voce narrante in inglese, proprio per mostrare agli (allora) alleati lo sforzo, i patimenti e il duro lavoro del popolo russo, prima della caduta di Berlino.
L'Amerikano
État de Siège - di Costa Gavras, 1972
Giovedì 12 maggio alle 20,00
Siamo a Montevideo, capitale dell'Uruguay, nel 1970. Il paese è governato da una giunta militare e nelle città operano i guerriglieri Tupamaros. Un gruppo di questi ultimi rapisce due cittadini stranieri: il console brasiliano Fernando Campos e lo statunitense di origine sudamericana Philip Santore, direttore di un'agenzia paragovernativa, ma forse agente della Cia. Nel corso di lunghi interrogatori i guerriglieri tentano di indurre Santore a confessare i suoi misfatti mentre l'opinione pubblica è scossa dall'audacia dell'azione dei guerriglieri. La polizia però...
Negli anni Settanta il regista di origine greca Costa Gavras godette delle simpatie di molta critica per i suoi film di denuncia politica (il primo fu "Z - L'orgia del potere" sui colonnelli greci). Oggi il giudizio sarebbe molto più cauto.