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"Come cominciare un racconto che non ha principio? Come posso parlare di cose che stanno ancora accadendo? Mi chiamo Esperanza, Esperanza Quintero. Sono moglie di un minatore" è uno dei primi dialoghi del film "Il sale della terra" dell'anno 1954 (da non confondersi con il titolo omonimo, documentario sulla straordinaria figura del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado, del regista tedesco Wim Wenders uscito nelle sale cinematografiche italiane nel 2014). 

Come Esperanza Quintero mi permetto, prima di introdurre i due nuovi cicli cinematografici della associazione "FuoriCircuito", di raccontare  quello che sta accadendo in questi giorni nel sempre più desolante panorama delle sale cinematografiche milanesi.

Il bel documentario di Claudio Casazza  "Era la città dei cinema" che documenta la tragica scomparsa delle sale cinematografiche milanesi non dovrebbe avere come scritta la parola "FINE", dato che purtroppo, notizie di questi giorni, si aggiungeranno a breve nell'elenco dei "caduti" (circa 120 dagli anni 70) anche il cinema Apollo e il cinema Odeon, due monosale storiche poi diventate nel passare delle stagioni  multisale situate nel centro di Milano. Tralascerei di parlare a lungo dei compratori e delle future destinazioni di questi due cinematografi, dato che i media ne hanno già parlato a sufficienza, ma consiglierei solo ai venditori (tal "Immobiliare Cinematografica" a cui consiglierei di rimanere solo con ''Immobiliare'') e ai nuovi padroni yankees dell'area del cinema Apollo di fare attenzione all'ira del dio greco di tutte le arti e del sole, data la sua capacità di scagliare frecce silenziose che causano morti improvvise. 

 

Dubito che i compratori potranno proteggersi da questi dardi  usando come scudo le loro tavolette e i loro "fatphone" (Natalino Balasso docet)...

Se non ricordo male all'interno del cinema Apollo dovrebbe essere ancora presente una statua del "dio Apollo di Veio", riproduzione del capolavoro di tutta l'arte etrusca ritrovata nella località di Veio, ma chissà se la "Soprintendenza alle Belle Arti", che ha già dato benestare alla speculazione immobiliare, e che ha imposto l'unico obbligo di conservare un sol schermo della cinque sale (oltre il danno la beffa....)saprà dirci il futuro della destinazione della statua.

Gli assessori della giunta arancione che governano Milano, si rimbalzano ''la patata bollente'' ( anche perche' prossime le elezioni borghesi). Chi entusiasta della scelta della multinazionale che darà ulteriore lustro alla città e perché siamo in un regime di  "libero mercato" (come l'assessore alla mobilità il "rampante" Pierfrancesco Maran, denunciato dal "movimento 5 stelle" per "disastro ambientale" per il taglio di alberi secolari dovuto ai  lavori per la costruzione della metropolitana 4 e degli olmi che abbellivano e rinfrescavano la via Mac Mahon dove era situato il cinema Eolo (uno dei 140 caduti) , chi invece lamenta che la piazza dove arriverà il cubo della "mela morsicata" è stata appena ristrutturata con soldi pubblici della bellezza di 600.000 euro e chi come l'assessore alla cultura Filippo Del Corno si schiera a difesa del cinematografo, perche' la citta' perderebbe un ulteriore avamposto culturale. Sacrosanta difesa dell'assessore, ma solo un annetto prima avevo sentito il suo breve discorso, per la riapertura del cinema Manzoni grazie al festival cinematografico "Filmmaker" che "non era più il tempo per queste grandi monosale". Monosala da elencare nelle più straordinarie sale cinematografiche che siano mai state costruite in Italia, oggi in procinto di diventare un ennesimo "centro commerciale cittadino".

Siamo sempre in attesa da parte dell'attuale amministrazione di conoscere le date della riapertura del "cinema Orchidea" (di proprietà comunale) e dello storico e leggendario "Teatro Lirico" (ultime notizie in mio possesso nelle casse comunali non c'e' la grana per il restauro e si e' chiesto l'aiuto di un ricco sponsor...)

 La sala del cinema Manzoni fu amata nientepopodimeno da Buster Keaton, che nell'anno 1953 portò un suo spettacolo, e da Ingrid Bergman e fu la prima sala italiana (terza nel mondo) a proiettare in Cinerama.

Dei caduti ricorderei il cinema Mignon, sempre nel corso dei cinematografi milanesi"corso Vittorio Emanuele", dato che ero presente agli ultimi giorni di proiezione quando correva l'anno 1997. L'ultimo film proiettato fu "Le luci della sera'' del regista Aki Kaurismaki (non ''fuori tema'' sulle luci che si spengono....)

Nel settembre 1999 il cinema Mignon viene assorbito dal contiguo cinema Excelsior, diventando cosi' bisala, con importanti lavori di ristrutturazione che non impedirono pero' la sua chiusura solo nel 2007.

Ristrutturazione che si ripetera' al cinema Apollo solo dall'anno 2005,  che e' passato da monoschermo con 1230 posti a cinque medie(300 posti) e piccole sale, intitolate con cinque figure della cultura mitologica quali Gea, Fedra, Elettra, Dafne e Urania.

"Dio Apollo" la prego dardi avvelenati anche al "Biscione Fininvest" e a "The Space" rispettivamente proprietario e gestore del cinematografo Odeon, che sarà distrutto per far spazio all'allargamento della Rinascente.

In controtendenza però l'associazione cinematografica "FuoriCircuito" con il suo "cinema ambulante" non solo si ripresenta sui palcoscenici milanesi, ma raddoppia con due rassegne cinematografiche, di cui allego i rispettivi programmi.

La prima rassegna, grazie alla ospitalità e collaborazione della "Cooperativa Antonio Labriola" (il "maestro del proletariato Engels lo definì "marxista rigoroso") ha come tema i "diritti del lavoro"  (oggi sempre più cancellati e negati).

Ecco spiegata la mia introduzione con i dialoghi tratti dal film, assolutamente imperdibile, del "Il sale della Terra", che denuncia le condizioni di vita dei minatori del Nuovo Messico, e che sarà nella cinquina dei film prescelti. Da segnalare che il regista del film, Herbert Biberman, uno dei "Dieci di Hollywood", fu imprigionato per sei mesi nell'anno 1950 per aver difeso i diritti garantiti dalla Costituzione statunitense contro le ingerenze del Comitato del Congresso per le attività antiamericane.  Il film fu boicottato anche durante le riprese e venne distribuito negli Stati Uniti solo nell'anno 1965 e l'attrice messicana Rosaura Reveltas (Esperanza Quintero) fu espulsa dagli Stati Uniti su ordine del FBI, perchè bollata come comunista.

L'altra rassegna cinematografica, con felice ritorno di  FuoriCircuito al C.A.M. Garibaldi, sarà incentrata sulle terre palestinesi, oggi ancora insanguinate, con ben otto appuntamenti introdotti da autorevoli personalita' culturali.

Segnalerei, anche qui come imperdibile, la proiezione del documentario ''Arna's children'' di Juliano Mer Khamis, direttore artistico del ''Teatro Liberta' di Jenin'', dove proprio fuori dal teatro nel 2011 fu assassinato da mani ancora oggi ignote. Come Herbert Biberman, anche Juliano Mer Khamis fu imprigionato nelle carceri israeliane per qualche settimana perche' nel 1978, mentre era un militare di un unita' di combattimento d'elite dell'esercito israeliano si rifiuto' di prelevare con la forza un vecchio palestinese che si era chiuso dentro la sua macchina. Lui stesso racconto' che per quella scelta di arruolarsi adottando il cognome materno, suo padre Saliba Khamis, cittadino palestinese che fu segretario del ''Partito Comunista d'Israele, non gli parlo' per un anno intero. Sua madre Arnar Mer, ebrea israeliana, divenne una attivista antisionista, che al momento del parto stava morendo quasi dissanguata, perche' ''i medici sapevano che era sposata con un arabo'' come ricorda lo stesso figlio Juliano.

Il rivoluzionario e regista comunista senegalese Ousmane Sembene (al suo film ''Camp de Thiaroye'', del 1988 spietata fotografia del colonialismo in Senegal ambientato nell'anno 1944  fu impedito dal governo francese di essere proiettato in tutti i cinema francesi), racconta nel straordinario documentario "Sembene, Mon Amour'', appena visto nel recente ''MilanoFilmFestival'', che ''i film dovrebbero avere il compito di agitare il pensiero''.

Con queste due rassegne cinematografiche ''FuoriCircuito'' e il suo cinematografo ambulante promette agli spettatori presenti di ''agitare pensieri'', impegnandosi, anche con i suoi modesti mezzi a disposizione, a raccogliere il testimone consegnato dal grande padre del cinema africano.

 

"Questo è il mio villaggio: quando ero piccola si chiamava San Marcos. Poi gli Yankees hanno cambiato il nome in Zinc Town, New Mexico, U.S.A." (gli yankees hanno rubato il 50% del territorio allo stato del Messico  N.d.A.)

Esperanza Quintero interpretata dalla comunista messicana Rosaura Reveltas.

 

Stefano Valsecchi - Milano

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