I DIRITTI
DEL LAVORO
c/o Cooperativa Labriola
Via Enrico Falck, 51, Milano - MM S. Leonardo
IN FABBRICA
11 OTTOBRE H. 20,30
Una storia di volti, di facce operaie, un ritratto umano delle persone che hanno popolato e popolano le fabbriche italiane. È un omaggio al loro lavoro, ai loro gesti, alla loro professionalità. È un mosaico di voci, di dialetti, un ritratto della grande e della piccola fabbrica che insieme ci restituiscono un'immagine dell'Italia. Questo racconto inizia dal cancello di una fabbrica degli anni Cinquanta. Dietro il portone una massa di lavoratori si prepara ad entrare, alcuni a piedi, altri trascinando una bicicletta o un motorino. Sono vecchie immagini degli archivi Rai, girate dentro una fabbrica siderurgica. All'interno gli operai sono al lavoro: precisi, puntuali calcolano i gesti, sopportano il rumore. Da questa fabbrica del primo dopoguerra inizia il nostro viaggio attraverso la coscienza operaia del Novecento per comprendere e restituirne tutte le trasformazioni. La narrazione è affidata alla voce degli operai, sono loro a raccontare il proprio lavoro, le aspirazioni, le sconfitte, le speranze. Il racconto è formato da interviste d'epoca, tratte dagli archivi Rai e Aamod, e da testimonianze dirette raccolte in una fabbrica di oggi. Dall'Italia contadina a quella del miracolo economico, dalle lotte dell'autunno caldo ai 35 giorni di sciopero serrato alla Fiat, fino ai giorni nostri attraverso i volti e le voci operaie.
IL SALE DELLA TERRA
Un film di Herbert J. Biberman. Titolo originale Salt of the Earth. 90 min. - USA 1953
25 OTTOBRE H. 20,30
Il film narra della lotta di un gruppo di minatori che si battono per migliori condizioni di lavoro.
Nel Nuovo Messico, in una miniera di zinco, Ramon (Juan Chacon) viene arrestato dalla sceriffo (Will Geer) per aver partecipato a uno sciopero, ma sua moglie (Rosaura Revueltas) continua con le altre donne la lotta che si conclude vittoriosamente. Realizzato in pieno maccartismo da alcuni cineasti hollvwoodiani iscritti sulle liste nere, questo film proletario ha il merito di non cadere quasi mai nello schematismo, nella semplificazione dei problemi e dei personaggi. Sequenze principali: le mogli degli operai che propongono al comitato dello sciopero, dapprincipio assai reticente, di partecipare al movimento; il picchetto degli scioperanti che continua a girare senza fine per una strada, portando i suoi cartelli; l'arresto delle donne, la loro manifestazione in prigione; il conflitto tra Ramon e sua moglie; l'espulsione degli scioperanti dalle città e la resistenza operaia.
Il sale della terra è una valida riprova dell’impotenza delle autorità e di certi gruppi a esse legati, di fronte a un atteggiamento fermo, sereno, e virilmente coerente. Le intimidazioni, il boicottaggio sistematico e persino la scoperta violenza non sono valse, infatti, a impedire la realizzazione di questo film, prodotto con i fondi dell’Unione sindacale minatori e diretto da Herbert Biberman (uno dei famosi “dieci” di Hollywood) su sceneggiatura di Michael Wilson.
FURORE
Un film di John Ford. Con Henry Fonda. Titolo originale The Grapes of Wrath. 129 min. - USA 1940
8 NOVEMBRE H. 20,30
America anni Trenta: Tom Joad esce di prigione - aveva ucciso un uomo in una rissa - e trova tutti in una miseria nera. La grande depressione ha coinvolto tutto il paese. Non c'è lavoro, non c'è nemmeno cibo, persino la terra è diventata arida, dove prima non lo era. Con tutta la sua famiglia, decide di partire verso l'ovest, dove, si dice, c'è lavoro e ci sono terre fertili. Caricato un vecchio camion di tutto ciò che possiede, la famiglia comincia il viaggio. Lungo la strada incontra scioperi, bidonvilles, violenza e sistematica, crudele mancanza di lavoro. Muoiono i nonni, i Joad vengono accolti in un villaggio, lavorano sì, ma con paghe da fame. Quando Tom assiste all'uccisione di un suo amico da parte di un poliziotto, colpisce l'agente e, senza volerlo, lo uccide a sua volta. Da quel momento dovrà fuggire. Ma Tom crede ancora che un giorno le cose potranno andar meglio. Lo dice a sua madre, salutandola prima di partire: "Dovunque si lotterà per sfamare gente io ci sarò". Un altro film senza il quale il cinema non sarebbe il cinema. Tratto dal romanzo di John Steinbeck viene portato sullo schermo da un regista di pari grandezza e prestigio. Il film è rigorosissimo culturalmente e formalmente: sembra di guardare le vecchie foto dell'epoca. Il regista ha puntato sul particolare, sui piccoli discorsi di miseria visibile, lasciando che i grandi temi ne venissero di conseguenza. Il cinema accoglie nel suo mito alcune situazioni tanto forti e perfette da non essere ripetibili, come la sepoltura del vecchio nonno, oppure l'immagine del camion-casa nelle strade delle infinite pianure, il ballo di Fonda con la madre (Darwell, premio Oscar), o la scena finale di Tom che percorre la collina andandosene, mentre il sole sta nascendo. Furore non è un documento del cinema, è un documento generale di storia. Con questo film Ford vinse l'Oscar e si pose come uno dei massimi autori assoluti. Quando una certa critica ha tacciato, durante la sua lunga e articolata attività, il regista di faziosità, manicheismo, persino fascismo, sarebbe bastato ricordare Furore, grandissimo manifesto populista. Ford non era fascista e non era comunista, stava dalla parte di quella che riteneva la giustizia, si fidava del proprio buon senso e giudizio. La sua apparente semplicità era ricchezza. Anche adesso il suo mondo è condivisibile e non è mai lontano. Quanto manca Ford.
DEBTOCRACY
2011 - 74 min - Regia di Aris Hatzistefanou, Katerina Kitidi
22 NOVEMBRE H. 20,30
C’è chi dice che Debtocracy, il documentario greco prodotto con pochi fondi ma già visto da migliaia di persone in tutto il mondo attraverso internet, stia orientando il dibattito sulla crisi talmente tanto da aver indotto Papandreu a congelare il referendum sugli aiuti. La tesi del film è infatti semplice: il debito pubblico greco non va pagato perché contratto contro gli interessi dei cittadini. E di conseguenza i diktat draconiani del Fmi e della Bce vanno rispediti al mittente senza troppi ringraziamenti. Ma c’è dell’altro. Siccome una crisi mondiale non è mai un acquazzone imprevedibile, chi ne ha volutamente sottaciuto la portata può a buon conto essere considerato il più grande criminale della storia. E non solo perché la crisi l’ha di fatto arricchito, ma anche perché una tale mistificazione della realtà potrebbe avere ripercussioni apocalittiche. E allora chi sono i mandanti ed esecutori della crisi globale? E a chi vogliono farla pagare? E perché chi l’aveva prevista non è stato ascoltato?
LA PRESA
Canada - 2004 - 87 min - Regia di Avi Lewis e Naomi Klein
3 DICEMBRE H. 20,30
The Take è un documentario canadese del 2004 diretto dal giornalista canadese Avi Lewis e dalla scrittrice Naomi Klein, autrice del bestseller internazionale No logo.
Il documentario racconta un aspetto poco noto della vita sociale argentina dopo lo sfascio economico del 2001 seguito alle politiche liberiste di Carlos Menem: l'occupazione di alcune fabbriche da parte degli operai, che, dopo averle rimesse in funzione, le gestiscono in cooperativa.